Contrariamente a quanto si possa pensare, i denti non sono ossa: pur condividendo con queste molte analogie strutturali, i denti sono infatti costretti a resistere a sollecitazioni meccaniche molto più intense ed hanno anche funzione difensiva.

Sono pertanto molto più duri, in effetti sono la struttura più dura del corpo dei mammiferi, e sono composti da vari strati di materiali calcificati di durezza e densità progressivamente maggiori man mano che ci si avvicina agli strati più esterni. Il più esterno è lo smalto, composto per il 98% da cristalli di idrossiapatite calcica (carbonato, fosfato e fluoruro), il minerale contenuto anche nelle ossa la cui durezza nella scala di Mohs è pari a 5 (dove 1 è il talco, 10 è il diamante e 5 è l’ossidiana). Lo smalto, il cui colore varia a seconda degli individui (dal bianco, al giallo, al grigio) e al contenuto di fluoruri, è agganciato alla dentina che compone lo strato sottostante. Quest’ultima è composta per il 70% da idrossiapatite, e per il 30% da sostanze organiche, rendendola meno dura (3 nella scala di Mohs) ma anche meno fragile, e svolge attività trofiche, connettive e di supporto. All’interno della dentina sono presenti dei canali, detti tubuli, che contengono strutture cellulari e fungono da vie di comunicazione: il diametro di questi tubuli varia negli individui, ed è alla base dei meccanismi di sensibilizzazione termica nei cosiddetti denti sensibili (in particolare in quelle regioni dove l’abrasione ha rimosso l’azione protettiva dello smalto).

A differenza dello smalto prodotto dagli ameloblasti solo durante la fase di sviluppo originaria del dente, la dentina continua ad essere prodotta per l’intero corso della vita da cellule specializzate della polpa, dette odontoblasti. L’avorio degli elefanti è composto interamente dalla dentina dell’animale stesso.

Il dente è diviso in due sezioni anatomiche divise da un solco detto colletto: una esterna detta corona, protetta in superficie da dentina e smalto, e una interna agganciata all’alveolo tramite le strutture del parodonto, detta radice, e ricoperta dal cemento. Quest’ultimo è composto per il 45% da minerali inorganici (in maggioranza idrossiapatite), per il 33% da materiali organici, e per il 22% da acqua, e funge da sito di attacco per i legamenti parodontali.

La parte centrale del dente è invece detta polpa, composta da tessuto connettivo vivente e cellule, irrorata da vasi sanguigni e innervata da fibre nervose: questi ultimi due trovano accesso alla polpa tramite dei fori alla base delle radici detti forami apicali. La popolazione cellulare presente nella polpa è in maggioranza rappresentata dai fibroblasti, deputati alla produzione di collagene e matrice extracellulare, ma vi ritroviamo anche gli odontoblasti e cellule del sistema immunitario come macrofagi, plasmacellule e granulociti. Non ritroviamo invece cellule nella zona centrale della polpa, dove è alloggiato il Plesso di Raschkow, l’insieme di fibre nervose deputate alla trasmissione del dolore del dente.

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